(a cura dell’ufficio stampa del Real Sannciandro)
Magari qualcuno leggendo i risultati negativi domenicali delle prime giornate di campionato del Real Sannicandro può aver pensato probabilmente in maniera molto superficiale e riduttiva che la compagine barese fosse la vittima sacrificale già designata del girone A di Prima Categoria pugliese.
Ma in realtà chi dovesse aver sviluppato in precedenza una idea di quel tipo deve rassegnarsi a cambiare il proprio intendimento. La classifica parla chiaro: sesto posto in classifica, meno quattro dalla quinta il Borgorosso e meno sette dallo Stornarella attualmente quarto. Zona playoff dunque vicinissima e salvezza ampiamente raggiunta.
Una squadra che non si poggia su fuoriclasse strapagati ma su gente valida suddivisa tra chi ha già diversi campionati dilettantistici alle spalle e calciatori giovanissimi esordienti in Prima. Un gruppo che ha una voglia feroce di stupire e di migliorarsi domenica dopo domenica. Atleti che in campo si aiutano e si incoraggiano come se fossero fratelli. Insomma sembrano esserci tutti gli ingredienti giusti per continuare a scrivere in maniera positiva le pagine decisive del libro di questa stagione. A guidare il gruppo un condottiero che pur essendo alla prima esperienza da tecnico in Prima Categoria sta dimostrando proprio in questa serie e non solo di poterci stare ampiamente. Il cinquantenne trainer di Palo del Colle sta riuscendo con la sua competenza e straordinaria dedizione a trarre il meglio dall’organico a sua disposizione.
Ma Birardi e i calciatori non sono gli unici protagonisti di questa bellissima realtà sportiva. Ruolo fondamentale per lo svolgimento di un campionato di questo spessore va riconosciuto al direttore sportivo Claudio Sannicandro, che nonostante abbia solo ventisette anni (tra i più giovani direttori sportivi del calcio pugliese) e non abbia avuto a disposizione ingenti risorse economiche è riuscito ad allestire una squadra competitiva che gioca alla pari gli incontri contro qualsiasi avversario.
Proprio con il direttore sportivo del Real abbiamo parlato della sfida di domenica 17 febbraio alle 11.30 in trasferta contro il Modugno, ma siamo riusciti anche a proiettarci sulla possibile evoluzione futura di questo campionato fino ad ora esaltante:
Non nascondo che giocare con il Modugno ha un sapore speciale. Ho avuto il piacere di conoscere il presidente Zapparelli e tutto il mondo Soccer già questa estate. Tra i due club intercorre un rapporto di grande stima e rispetto reciproco. Per la prima volta quest’anno ho la sicurezza che la partita sarà decisa solo da quello che dirà il campo e non ci saranno assolutamente fattori esterni che potranno condizionarne l’andamento. Entrambe le compagini vorranno conseguire il risultato pieno, ma al novantesimo ci stringeremo la mano fornendo un invidiabile spot positivo per il calcio dilettantistico, che troppo spesso vive purtroppo di inutili e dannose polemiche.
Invece facendo una disamina più ampia del nostro sorprendente campionato posso affermare che è stato determinato da una adeguata e accurata programmazione condotta in estate e dallo straordinario lavoro svolto dallo staff tecnico con i calciatori. Infatti, utilizzando una terminologia molto cara al nostro allenatore, affermo che proveremo a raggiungere i playoff attraverso un calcio armonioso e divertente, che punti alla crescita individuale del singolo calciatore e in generale di tutta la rosa. Onestamente ho capito che avremmo potuto avere un ruolo rilevante anche per la corsa playoff da dicembre scorso dopo aver puntellato l’organico ma soprattutto dopo il successo con il Borgorosso che in quel momento era in un momento di forma straripante.
Sarò sincero: per Sannicandro, un paese di novemila abitanti, sarebbe straordinario centrare i playoff non avendo una grossa tradizione calcistica alle spalle e mancando da ben trent’anni dalla Prima Categoria. E sono sicuro che i ragazzi e tutto l’ambiente lotteranno fino alla fine per raggiungere un traguardo storico. Ma non ho timore a rivelare che un grandissimo traguardo è stato già raggiunto: osservare domenica dopo domenica lo stadio riempirsi sempre di più e sentire i bambini che gridano il nome dei calciatori che vanno in campo mi fa venire la pelle d’oca. Stiamo vivendo un vero e proprio sogno sportivo, non vogliamo fermarci. Personalmente sono grato alla famiglia del Real che da tre anni mi permette di dare il mio contributo e mi piacerebbe crescere professionalmente accostandomi a questi colori.
Una dato è certo: Carulli e soci vogliono continuare a stupire per provare a centrare un obiettivo che sarebbe storico e farebbe parlare di questi ragazzi e di questo club per tantissimo tempo.