In questo periodo, tra un tuffo e un aperitivo al tramonto, la maggior parte delle squadre inizia a programmare la stagione che verrà. Molti sono i movimenti sia tra i calciatori che tra i dirigenti ed allenatori in procinto di sistemarsi altrove. Molti potrebbero essere anche i giovani emergenti anche tra i tecnici: un nome su tutti è quello di Gabriele Verdesca.
Reduce dall’esperienza con gli Allievi regionali del Grottaglie, nei giorni scorsi ha partecipato a uno stage formativo per il settore giovanile a Zingonia, nel quartier generale dell’Atalanta, la società che in Italia, Juventus a parte, al momento è un modello a cui ispirarsi, e non è un caso che il presidente del Lecce, Saverio Sticchi Damiani, abbia indicato proprio la società bergamasca come fonte d’ispirazione e organizzazione per il suo Lecce.
Verdesca, sebbene sia un allenatore molto quotato a livello giovanile, ha dalla sua anche un’esperienza nel campionato di Eccellenza ad Avetrana dove è stato per due anni vice di mister Giuseppe Branà, recentemente accasatosi alla Virtus Matino in Promozione.
Quest’anno hai allenato gli Allievi regionali del Grottaglie. Sei contento del risultato ottenuto?
È stata una bella esperienza a Grottaglie. All’inizio del campionato abbiamo avuto dei problemi, poi però siamo usciti alla distanza e abbiamo raggiunto il traguardo prefissato. È stata per me una grossa soddisfazione e sono contento della scelta fatta che mi ha permesso di allenare in una società con un grande blasone.
Ultimamente sei stato a Zingonia, nel quartier generale dell’Atalanta, per uno stage di aggiornamento. Che tipo di mondo hai trovato e come hai vissuto quest’esperienza ?
Il settore giovanile dell’Atalanta è il fiore all’occhiello dell’intera nazione. Non è un caso che da parecchi anni, continuano a sfornare giovani talenti che poi riescono a vendere alle grosse società a cifre elevate. Questo per me è il loro punto di forza che ha permesso anche alla prima squadra di arrivare per la prima volta a qualificarsi in Champions League. Davvero una bella esperienza a Zingonia dove si respira davvero aria di professionismo.
Tranne ad Avetrana, hai sempre allenato i giovani. Ti affascina di più rapportarti con i ragazzi oppure ti sentiresti pronto per un’avventura in qualche prima squadra?
Allenare i ragazzi, non ti nascondo, che è per me, motivo di grossa soddisfazione. Vorrei intraprendere un progetto ancora più importante in un settore giovanile, me lo auguro per me. Allo stesso tempo, non mi spaventa il fatto di misurarmi con una prima squadra. L’importante è avere sempre entusiasmo e lavorare con umiltà e sacrificio.
Secondo te il Lecce potrebbe arrivare ad essere come l’Atalanta, dal momento che anche il presidente Sticchi Damiani ha detto che il modello da seguire sono proprio i bergamaschi?
A Lecce vi è una società seria, con a capo persone per bene e che in questi anni hanno dimostrato grosse abilità. Con il tempo, secondo me, potrebbe anche arrivare ad emulare il modello Atalanta. Ripeto, la base societaria è seria e questo lascia ben sperare. Ovviamente mi auguro che ciò avvenga, essendo anche un loro tifoso.
Tu sei stato vice di Giuseppe Branà, che recentemente si è accasato a Matino. Credi che un tecnico giovane possa apportare una ventata di rivoluzione in un ambiente?
A Matino hanno fatto un’ottima scelta. Il progetto, da quello che ho potuto capire, è ambizioso. Come del resto lo è mister Branà, a cui faccio un grosso in bocca al lupo. Sono stato nel suo staff ad Avetrana e abbiamo trascorso una stagione intensa e bellissima, che ci ha portato ad un passo dalla Serie D. È un tecnico preparato e riesce a trasmettere grande grinta alla squadra. Auguro a mister Branà e alla società di centrare l’obiettivo che si sono prefissati.
Dalla risposta precedente deduco che anche tu ti sentiresti pronto ad allenare una squadra di categoria?
Sì, certamente. Mi sento pronto ad allenare una squadra di categoria. I due anni trascorsi come secondo in quel di Avetrana mi hanno formato tanto.
Se è vero che la vita comincia a quarant’anni potrebbe essere altrettanto vero che Gabriele Verdesca, classe 1979, possa essere la vera sorpresa di quest’estate calcistica, sempre che qualche presidente abbia il vero coraggio non solo di scommettere ma di puntare seriamente sui giovani che a onor di cronaca rappresentano il presente e il futuro in ogni ambito.