La storia del calciatore Domenico Capirola, portiere classe 1995, assente per cinque lunghi anni dai campi da gioco a causa di una malattia. Capirola quest’anno è rinato, grazie ad una operazione che gli ha permesso di guarire, e soprattutto grazie alla fiducia concessagli dall’Asd Zollino, compagine militante nel campionato di Seconda Categoria pugliese, che lo ha riportato tra i pali di una porta da calcio.
La sua esperienza nell’intervista raccolta dalla redazione di DilettantiPuglia24.
Come mai sei stato lontano dal calcio giocato?
Purtroppo, per circa cinque anni, mi sono trovato costretto a dover rinunciare allo sport che praticavo sin da bambino a causa di una brutta malattia. E quando ciò dipende non dalla tua volontà, la sofferenza e il dispiacere sono ancora più forti.
Cosa è cambiato quest’anno?
Finalmente questo è stato l’anno della svolta, in quanto dopo venti giorni di ospedale, una seria operazione subita a giugno ed un paio di mesi di lenta convalescenza, sono seriamente rinato ed è per questo che ho accettato con impegno una nuova sfida, grazie all’opportunità offertami dall’Asd Zollino.
Perché hai scelto di giocare in Seconda Categoria?
Mi volevo rimettere in gioco e avevo tantissima voglia di tornare sul campo da calcio, in quanto non succedeva dalle mie esperienze passate sia a Martano che a Otranto. Ho avuto l’opportunità di entrare a far parte di questo gruppo, l’Asd Zollino, e per questo ringrazio tanto il mister Luigi Russetti, dove ho conosciuto persone nuove e ritrovato delle altre e che soprattutto mi regala la possibilità di poter fare ogni giorno quello che mi appassiona di più. Ci alleniamo con impegno e grinta ogni giorno per far sempre meglio, ambiamo all’alta classifica, nonostante siamo consapevoli che questo campionato di Seconda Categoria sia lungo e difficile.
Propositi per il futuro?
Spero, ma ne sono sicuro, che nonostante le cicatrici e i sacrifici che mi hanno segnato, questa sarà senza dubbio una nuova esperienza di sport ma anche di vita personale, che si andrà ad aggiungere a quelle già passate e a quelle che mi riserverà il futuro.