“El pueblo unido jamás será vencido” ossia “Il popolo unito non sarà mai sconfitto” è uno dei motti più conosciuti al mondo legato al movimento Unidad Popular e alla presidenza del Cile da parte di Salvador Allende, morto nel golpe cileno del 1973 , ma è anche il sentimento che ha accompagnato questo pomeriggio il popolo parabitano durante la gara tra la Juniores della Soccer Dream Parabita 2000 e l’Asd Grumentum Val d’Agri, campione regionale della Basilicata, valevole per la seconda giornata della fase nazionale. I ragazzi del condottiero Ernesto Javier “CHE”vanton hanno battuto per 4-2 i pari età lucani, disputando una partita encomiabile fatta di cuore e passione trasmessa senza dubbio dal loro comandante e che ha coinvolto tutta la popolazione della piccola cittadina del basso Salento che ora, dopo la sconfitta rimediata sabato scorso contro il San Giorgio 1926 in trasferta, torna a sperare nella qualificazione, a patto che proprio i lucani battano sabato prossimo la formazione campana con meno di tre gol di scarto.
Partita caratterizzata dal grande caldo sia in campo che sugli spalti, con il Parabita che parte un po’ in sordina e subisce l’iniziativa ospite, ma il grande cuore e la voglia di vincere fa la differenza con spunti di un gran bel gioco che, in poco più di mezz’ora, porta i salentini sul 3-0 grazie alle reti dei talenti di casa Porcino e Stefanizzi, autore di una doppietta. Sul finire della prima frazione è Picaro ad accorciare le distanze. Nella ripresa il Parabita potrebbe andare in gol in diverse occasioni ma subisce il ritorno ospite con il gol di Giorgino che fissa il risultato sul 3-2. Finale al cardiopalma con Fele che si divora il gol del pareggio al 46′ e sulla ripartenza è ancora bomber Porcino a siglare il gol del definitivo 4-2 che tiene accese le speranze di qualificazione ai quarti di finale e con esse i sogni di un’intera città.
A prescindere di quale sarà l’esito finale un grande plauso va fatto ai ragazzi, alla dirigenza e alla cittadinanza che tutti insieme hanno preso parte viva a questo sogno. Ma senza dubbio va riconosciuto il grande merito al grande Ernesto Chevanton che ha saputo guidare una truppa di ragazzi trasmettendo quei valori tipici che hanno i sudamericani quando si tratta di lottare per un sogno, vivendo la partita dal primo all’ultimo minuto dimostrando di essere ancora una volta quel valore aggiunto, così com’era quando calcava i campi dei più grandi palcoscenici mondiali.
Anche perché come diceva un altro Ernesto detto il vero CHE (che in Sud America e in tutto il mondo è noto come icona di libertà da parte degli oppressi): “Chi lotta può perdere, chi non lotta ha già perso” e a Parabita hanno vinto veramente tutti insieme, grazie ai valori che solo un grande campione di vita poteva trasmettere, e chiamarsi Ernesto CHEvanton è sinonimo di garanzia, rinascita, libertà e… rivoluzione!