(con la collaborazione di Vincenzo Nannavecchia)
La redazione di DilettantiPuglia24 ha raggiunto questa settimana per una approfondita chiacchierata il tecnico salentino Giuseppe Urso, grande professionista oltre che esperto conoscitore dei campionati di calcio dilettantistico pugliese. Grazie alla sua esperienza, maturata tra mille difficoltà, ha permesso nella stagione appena conclusa alla Real Squinzano di ottenere un risultato prestigioso, quello di un buon piazzamento nel difficile campionato di Terza Categoria Lecce.
È entusiasmante per lei sapere di essere il tecnico della storica società calcistica Real Squinzano che anni addietro ha regalato grandi successi alla città?
Innanzitutto ringrazio vivamente te per il tempo che mi concedi e tutta la redazione di DilettantiPuglia24. Sicuramente essere alla guida di una società prestigiosa dal passato importante ha il suo peso specifico ma bisogna essere obbiettivi: il calcio non può solo vivere di passato ma soprattutto di presente e futuro! Fare calcio è già di per se difficile, farlo bene è ancora più difficile. Io personalmente ho accettato per la prima volta nella mia carriera calcistica di allenare una squadra nella Terza Categoria e devo dire che è stato un inferno! Ho incontrato tanti addetti ai lavori molto preparati, alcuni amici e tante persone con molta voglia ma tutti hanno avuto le stesse difficoltà: l’organizzazione di una categoria che sembrava amatoriale. Io non riesco davvero a capire a cosa serva una categoria, l’ultima della scala calcistica, che presenti conti esorbitanti, spese folli e impianti sportivi che oserei dire più vicini al campo di patate classico che al campo da calcio. Nella zona del leccese poi ho incontrato solo tre impianti che si potevano ritenere tale e uno addirittura che sembrava un campo di margherite con erba altissima, buche clamorose e neanche le panchine coperte. A questo si aggiunge il fatto che come direttori di gara arrivano ragazzini senza esperienza che a volte non hanno la personalità di prendere in mano le situazioni. Hanno da imparare, è vero, ma devono capire che dalle loro scelte possono determinare le stagioni e i sacrifici anche economici di alcune società. Devo precisare che ho incontrato anche ragazzi ben preparati e mi è rimasta impressa personalmente un’arbitra davvero molto brava e preparata, che sicuramente farà carriera. La mia domanda personale però è questa: perché non cercare di trasformare la Terza Categoria in un campionato Under23 con qualche over in campo? Sarebbe più equilibrato e un ottimo trampolino di lancio per tutti, giocatori, direttori di gara e addetti ai lavori.
È difficile portare a termine il campionato di Terza Categoria Lecce non avendo la sua squadra un proprio impianto sportivo dove poter svolgere gli allenamenti quotidianamente con giocatori provenienti da città diverse?
La stagione aveva altri obbiettivi, ma vista l’allora indisponibilità dell’impianto di Squinzano ho voluto fare un progetto su Brindisi portando ben trentaquattro giocatori, molti di loro o inattivi da anni o che avevano fatto solo settore giovanile. Il programma era di creare una squadra che, a costo 0, un tre anni sarebbe arrivata in Prima Categoria. La nostra casa per gli allenamenti è stato l’impianto della Cedas di Brindisi grazie alla cordiale concessione del presidente Guadalupi, che ci ha messo a disposizione oltre all’impianto anche materiale e campi sintetico quando quello di terra era indisponibile. Le partite interne le abbiamo giocate nell’impianto di Torchiarolo. Come detto prima è stato difficile, noi puntavamo sul gioco e sul gruppo e ne sono venuti fuori buoni risultati. Ovvio che il lavoro di quest’anno è in prospettiva del prossimo anno, che mastica un po’ di calcio sa perfettamente che è quasi impossibile fare una squadra da zero e vincere subito.
Nonostante le suddette difficoltà, può comunque tracciare un bilancio del campionato appena terminato?
Il mio bilancio lo vorrei dividere in due: quello dal lato umano e quello sportivo. Dal punto di vista umano è stato al di sopra delle mie aspettative: si è formato un gruppo solidissimo guidato dal capitano e dal vice capitano. Tanti ragazzi hanno avuto il gusto del debutto, altri grazie al mio aiuto hanno capito la loro giusta sistemazione in campo. Ma la cosa importante è che sono diventati un gran bel gruppo di amici e il calcio dovrebbe servire anche a questo. Dal punto di vista sportivo, secondo me per gioco sviluppato e per occasioni create meritavamo molto di più dei 17 punti ma nel calcio vince chi spreca meno e noi abbiamo sprecato tanto e buttato via partite praticamente vinte proprio per l’inesperienza di tanti. Ma come detto è un programma di crescita concentrato più sul secondo anno. Volevo infine fare i complimenti al collega e amico Christian Tondi, allenatore del Carmiano Magliano, che ha vinto meritatamente il campionato.
Quali sono, secondo un suo parere personale, le prospettive future in casa Real Squinzano?
Beh, a questa domanda dovrebbe rispondere la dirigenza, io ho esposto il mio progetto poi dipende da loro se questo potrà continuare o meno. Secondo me le prospettive future possono essere ottime basterebbe innestare quattro o cinque elementi in rosa per puntare ai quartieri alti anche in una ipotetica seconda categoria. A me personalmente piacerebbe portare a termine questo progetto che ripeto è a costo zero contro società che in Terza e Seconda Categoria hanno investito cifre con le quali puoi acquistare un bilocale in centro! Credo seriamente che fare calcio tanti lo scambiano per business ma nn hanno chiaro in mente che siamo tra i dilettanti e non tra i professionisti.
Un messaggio che vuole a tutta la tifoseria della sua squadra?
Squinzano quest’anno ha avuto la possibilità di tifare due squadre, logisticamente parlando era più difficile seguire la nostra, ma credo che la cosa più importante sia stata quella di riportare il calcio in un paese importante e storico come Squinzano. La cosa importante per la gente di Squinzano è quella di sostenere sempre e comunque i colori del proprio paese e la storicità della società che ha dato grandi soddisfazioni in passato ma che le potrebbe dare anche nel futuro.