(da La Gazzetta del Mezzogiorno)
Le dimissioni del vicepresidente del Nardò, Maurizio Fiorentino, sono state pesanti da mandare giù per il presidente Maurizio Fanuli. “Ho preferito non reagire a caldo al comunicato di Fiorentino – ammette -, ma dire che l’ho presa male è dire poco. Il nostro legame va oltre il calcio e lui è una persona di cuore, con tutti i suoi pregi e i suoi difetti, ringrazio di averlo incontrato nel mio percorso di vita. Mi ha comunicato la sua decisione con le lacrime agli occhi e non posso nascondere che mi ha lasciato distrutto anche perché in lui avevo l’unico referente neretino nella battaglia che ho lanciato a Nardò da quando sono arrivato. Non me l’aspettavo ma sapevo che sarebbe potuto succedere, perché alla fine si giunge ad un limite. Il calcio non può vivere su una o due persone e lo abbiamo detto a chiare lettere, incontrando però un’amministrazione comunale sorda, sia quella passata che l’attuale. Ci hanno fatto tante promesse ma alla fine sono rimaste parole al vento“.
“Non posso nascondere – continua – che non mi sento di affrontare questa situazione da solo. Mi ritengo però una persona riflessiva e ho preferito non rovinare tutto quello che è stato creato in questi tre anni, qualcosa di bello e importante, ma per fare calcio bisogna costruire una società che non deve fare capo ad una sola persona. Mi auguro che da parte di qualcuno ci sia la dimostrazione dell’amore verso questa maglia e questa città. Nardò può ambire al calcio professionistico, ma deve esserci gente disposta a mettersi in gioco, io da solo non posso farlo, sono andato anche oltre le mie possibilità. Ho sempre detto che non avrei mai abbandonato la barca in mezzo al mare – conclude – ma se questa mia affermazione deve portare tutti a voltare le spalle, arriverà il giorno che questo titolo finirà nelle mani dell’amministrazione”.