(di Vincenzo Nannavecchia)
La redazione di DilettantiPuglia24 ha raggiunto telefonicamente il molfettese Nicola Ragno, tecnico del Nardò fresco di conferma sulla panchina granata dopo la vittoria dei playoff di Serie D. Dinamico e vincente, è sempre richiesto da tutti i top club della quarta serie nazionale che intendono costruire qualcosa di importante e impegnativo, visti gli ottimi risultati da lui ottenuti nelle piazze pugliesi, e non solo, in cui è stato chiamato a svolgere il compito di allenatore. Tra i suoi risultati che rimarranno alla storia, i 102 punti raggiunti nel 2004 con il Monopoli nel campionato regionale di Eccellenza, record nazionale mai raggiunto prima in un campionato a venti squadre.
È di pochi giorni fa la decisione di restare sulla panchina del Nardò. Cosa l’ha spinta a rimanere?
Ho ricevuto chiamate da vari presidenti di Serie D che mi chiedevano se fossi intenzionato ad allenare le loro squadre. Avevo anche deciso di avvicinarmi a casa, la testa mi spingeva a fare determinate scelte, ma “al cuore non si comanda”! Per questo ho deciso di continuare il progetto Nardò ed essere l’allenatore dei neretini anche nella prossima stagione, a prescindere se ci sarà o meno il ripescaggio in Serie C.
Secondo il parere di molti addetti ai lavori, il campionato di Serie D girone H appena concluso è stato uno dei più difficili di sempre. Qual è stato secondo lei il grado di difficoltà?
Il girone H è da sempre considerato il girone più difficile della Serie D, ma quest’anno, forse come non mai, il grado di difficoltà è stato elevatissimo, perché sin dai nastri di partenza si sono presentate almeno otto squadre attrezzate per poter vincere il campionato con le restanti dieci che avevano comunque un organico tale da poter puntare ad una salvezza tranquilla se non addirittura ai playoff.
C’è una squadra del campionato che l’ha delusa? Quale invece quella che l’ha entusiasmata?
Forse la squadra che ha reso un pochino meno rispetto ai giocatori in rosa è stato il Casarano, mentre la più bella sorpresa, non solo a mio dire, ma per quanto affermato da molti addetti ai lavori, è stato sicuramente il mio Nardò.
Un pregio ed un difetto del suo Nardò in questo campionato?
Il pregio del Nardò di quest’anno è stato quello di aver allestito una squadra con un budget di gran lunga inferiore a tante altre squadre, fatta di buoni giocatori ma soprattutto composta da ottimi uomini, con uno spirito di attaccamento alla maglia altissimo e che ci ha permesso tantissime volte di sopperire al gap tecnico di molte altre squadre con una rosa sicuramente più qualificata della nostra. Il difetto: difficile trovare. Forse in alcuni momenti è mancata l’esperienza di gestire momenti particolari della partita.
Quanto è stato fondamentale il suo apporto personale per il raggiungimento del prestigioso risultato in casa neretina?
Quando sposo un progetto calcistico con una squadra, da luglio a maggio, metto a disposizione tutte le mie energie, tutta la mia esperienza, affinché si possa iniziare a costruire qualcosa di bello. I risultati di questo campionato appena trascorso ne sono la riprova.
Un messaggio che vuole lanciare a tutti i suoi tifosi e supporter in genere?
Ai tifosi un grande grazie particolare, perché come in passato anche quest’anno mi hanno accolto con grande affetto facendomi sentire un neretino puro.