(di Vincenzo Nannavecchia)
La redazione di DilettantiPuglia24, nel corso delle interviste ai protagonisti del calcio dilettantistico pugliese, ha raggiunto questa settimana il giornalista Matteo Bottazzo, attuale responsabile della comunicazione del Casarano. Dopo l’esperienza presso l’emittente televisiva AntennaSud, dalla scorsa stagione ha deciso di mettersi in gioco in un ruolo differente dal suo abituale accettando la chiamata pervenuta dal presidente Giampiero Maci.
Come mai la scelta di lasciare il giornalismo e di intraprendere questa nuova avventura come responsabile della comunicazione del Casarano?
È stata una scelta legata anche alla mia famiglia che si è allargata e non potevo più permettermi di fare fare determinati orari che la televisione ti impone. Successivamente, grazie alla segnalazione di una collega, ho avuto la possibilità di conoscere il presidente Maci con il quale in pochissimo tempo abbiamo trovato l’intesa per cominciare questa nuova avventura. Ma non ho dismesso i panni del giornalista, che continuo a fare su altre testate della mia città, dove non mi occupo solo di sport.
Com’è lavorare con il presidente Giampiero Maci e il mister Giuseppe Laterza?
Sono entrambi due straordinari conoscitori del mondo del calcio. Il presidente è un gentleman, una persona che meriterebbe ben altre categorie, ha lo straordinario pregio di riuscire a tranquillizzare tutti anche con una sola parola. Il mister invece ha una cordialità e una disponibilità fuori dal comune nel mondo del calcio; collaboro con lui da luglio e non è mai stato fuori dalle righe, anche quando le cose non andavano bene. In più c’è il direttore Francesco Montervino, uno che ha un’esperienza calcistica da Serie A e conserva ancora la stessa carica che aveva quando giocava: perdersi a parlare di calcio con lui, per un appassionato come me, è qualcosa di meraviglioso.
Un pregio e un difetto del Casarano secondo il tuo punto di vista?
Il pregio è assolutamente la passione dei suoi tifosi, che, come in poche altre piazze, vivono per la squadra. Ma la passione è forse anche il suo difetto, ché talvolta sfocia in un’eccessiva pressione. Allo stesso tempo però è una pressione positiva, che spinge i calciatori a tenere alta l’attenzione, quindi non lo definirei propriamente un difetto.
Le squadre del girone H di Serie D finora affrontate che più ti hanno impressionato e quelle che ti hanno più deluso?
Ritengo che tutte abbiano rispettato fino a questo momento quelle che erano le aspettative di inizio stagione. C’è una squadra che mi ha impressionato: il Fasano. Nelle due occasioni tra Coppa Italia e campionato ha sempre lottato fino all’ultimo minuto.
Quale bilancio può tracciare di questi due anni in quel di Casarano e quali le prospettive future?
Sicuramente un bilancio positivo. Avevo l’opportunità di ricoprire questo ruolo in altre realtà, ma quella di Casarano è un esperienza che mi porto dentro. Il sogno è quello di continuare a crescere con questa società e avere l’opportunità di essere protagonisti su palcoscenici che questa società, lo staff e i tifosi meritano.