Nuovi problemi per il calcio galatinese: la Prefettura di Lecce ha emesso un’interdittiva antimafia nei confronti dell’Asd Galatina 1917, società militante nel campionato di Seconda Categoria pugliese, sulla base di accertamenti svolti dalla squadra mobile della questura salentina e dal commissariato di polizia di Galatina. Il provvedimento ha causato il rinvio della gara di domenica scorsa contro l’Alessano, partita che probabilmente potrebbe non giocarsi più.
La motivazione che ha spinto il prefetto a rilasciare il provvedimento sarebbe quella di pericolo d’infiltrazione mafiosa, pare infatti che in società vi sarebbe la presenza di soggetti con precedenti penali, uno dei quali avrebbe frequentazioni con personaggi che gravitano nell’orbita del clan Coluccia della Scu. Di recente due dei suoi esponenti, Luciano e Pasquale Coluccia, sono stati condannati in primo grado a nove anni e quattro mesi ciascuno, a seguito delle indagini svolte nell’ambito dell’inchiesta Offside. Stando alle accuse, padre e figlio avrebbero controllato per conto del clan le attività commerciali a Galatina, specie nel settore di videogiochi e scommesse, tenendo contatti con la pubblica amministrazione per il controllo dei servizi cimiteriali e la disponibilità dello stadio. E in tutto questo avrebbero anche gestito la società calcistica Pro Italia Galatina per aumentare gli introiti e assicurare il consenso sociale. Proprio per questo si sarebbero accesi i riflettori sulla nuova società, idealmente erede di quella storica.
Pronta la risposta del vicepresidente del Galatina, Federico Vergine:
La nostra è una società nuova, costituita quest’anno per partecipare al campionato di Seconda Categoria, con il solo obiettivo di tenere vivo il calcio in città. Le forze dell’ordine ci hanno comunicato che domenica non si sarebbe giocata la partita, ci siamo sentiti trattare come criminali invece siamo persone perbene, incensurati, e come tutte le brave persone non abbiamo nemmeno un avvocato a cui chiedere consiglio. Ma ora dovremo procurarcelo perché saltare il campionato è il male minore. Qui c’è il nostro buon nome da difendere. Ci siamo autotassati per comprare zaini e divise ai giocatori, li portiamo in trasferta con le nostre auto, senza chiedere rimborsi di benzina. Non abbiamo risparmiato sulle visite mediche perché teniamo molto alla salute dei giocatori, e nemmeno in manutenzione, avendoci rimesso di tasca nostra per rimettere a posto lo stadio. Abbiamo persino evitato, per non creare alcun tipo di contiguità con la precedente società, di rivolgerci alle stesse aziende che sponsorizzavano la Pro Italia, abbiamo cambiato tutto, persino il custode dell’impianto. Ci piacerebbe che dalla Prefettura fossero venuti a leggere i nostri bilanci e a valutare la passione che ci mettiamo per il solo ed esclusivo bene della città e dei nostri ragazzi.