(di Vincenzo Nannavecchia)
Questa settimana la redazione di DilettantiPuglia24, nel consueto appuntamento con i protagonisti del calcio pugliese, ha raggiunto per una chiacchierata il vulcanico Gianluca Politi, allenatore salentino con tanta esperienza alle spalle, subentrato quest’anno a stagione in corso in quel di Veglie, con la cui squadra è riuscito a conquistare un’inaspettata salvezza con una giornata di anticipo nel prestigioso torneo di Promozione pugliese.
Terminato questo lungo campionato di Promozione segnato dalla pandemia come lo definirebbe in termini di difficoltà?
Un campionato molto equilibrato dove il Gallipoli ha dominato, lasciando il vuoto dal secondo posto in giù. Nessun posto fino all’ultima partita era scontato.
Cosa ci dobbiamo aspettare nel suo prossimo futuro? Ha già avuto qualche contatto con la squadra del Veglie?
Siamo rimasti che alla fine del campionato ci saremmo incontrati per vedere se ci fosse la possibilità di continuare questo rapporto. Al momento non c’è ancora nessun accordo.
Cosa si prova ad avere contribuito in maniera decisiva alla salvezza diretta del Veglie, nonostante il suo arrivo a campionato già iniziato?
È stato un campionato duro e faticoso per tanti motivi ma comunque bello, dove ho avuto il piacere di lavorare con uno staff importante e supportato da una società che prima di tutto è una famiglia. La soddisfazione per avercela fatta è enorme, perché siamo andati contro tutti i pronostici che ci davano spacciati, invece così non è stato e non solo abbiamo raggiunto il risultato con una giornata d’anticipo ma siamo arrivati sul podio come under schierati, mancando il primo posto solo per la mancanza delle categorie Allievi.
Come è cambiato il calcio di oggi rispetto al passato e quanto è difficile per un allenatore stare al passo con i tempi e tenere vivo lo spogliatoio creando gruppi vincenti e raccogliendo sempre ottimi risultati su campi da gioco spesso insidiosi specialmente nelle parti finali dei vari tornei calcistici?
Il calcio, come la vita, va avanti, si evolve tutto, non si può fare il paragone con il passato. Bisogna esser bravi a gestire le situazioni nel miglior modo possibile adeguandosi alle nuove generazioni sempre più fragili e con molte più distrazioni. In questo lavoro l’allenatore da solo non può far niente se non è supporto da società e staff. Io ho avuto la fortuna di avere al mio fianco il prof. Rollo, mister Pagliara, il direttore Masilla, il direttore generale Sirsi, l’esperienza di un dirigente come l’avvocato Catamo, profondo conoscitore dei campionati dilettantistici, il dirigente Cristian Maci e soprattutto l’encomiabile presidente Trotta e il vicepresidente Gervasi, che con tanta passione e sacrifici hanno fatto sì che tutto andasse per il verso giusto.