Giovanni Quarta © Gabriele Vitale
(a cura dell’ufficio stampa del Novoli)
Terza riconferma della rosa del Novoli Calcio impegnata nel campionato di Promozione pugliese 2018/19. Giovanni Quarta, novolese doc cresciuto con la maglia rossoblù sulla pelle, anche questa stagione, l’ennesima per lui, indosserà i colori del suo amato paese.
Centrocampista classe 1992, per lui questa sarà la sua decima stagiona di fila con la rossoblù cucita sulla pelle. Integrato dalle squadre giovanile, infatti, Quarta non ha mai vestito maglie di colori diversi, inseguendo un record di presenze ed entrare di diritto nella lista dei calciatori più longevi della nostra storia.
Le sue dichiarazioni: “Sono molto contento della riconferma. Ho un conto in sospeso con i miei tifosi e con la mia società: abbiamo tutti voglia di riscattare ciò che non ha funzionato lo scorso anno. Mi fido di questo gruppo: stiamo conoscendo mister e staff tecnico, così come tutti i compagni che stanno affrontando questa prima fase. Credo che ci siano le componenti necessarie per fare bene e per farlo sin da subito. Il mio pensiero va ai nostri splendidi tifosi: vi vogliamo al nostro fianco sempre ed ovunque”.
A centrocampo confermata inoltre un’altra bandiera rossoblù che porta il nome di Antonio Cocciolo.
Centrocampista classe 1985 e metronomo della linea mediana, veste la maglia novolese dalla stagione 2014. Dopo l’infortunio al ginocchio, che lo ha tenuto lontano dai campi per un’intera stagione, lo scorso anno è ritornato sul terreno di gioco nel massimo campionato regionale.
“Sicuramente c’è tanta, ma tanta, voglia di rivincita da parte nostra e della società perché l’annata passata è stata bruttissima – ha dichiarato Cocciolo –. Prometto personalmente tanto impegno e sacrificio, perché getterò il cuore oltre l’ostacolo ad ogni partita. Vogliamo far tornare tanto entusiasmo alla piazza, che merita ben altra categoria. La voglia è tanta, ora basta parole servono solo fatti, perché sarà il campo a parlare e noi ci faremo trovare subito pronti in una categoria che non è la nostra!“.
