
Gianni Pedone © ASD Leverano Football
(con la collaborazione di Vincenzo Nannavecchia)
La redazione di DilettantiPuglia24 ha intervistato il giovane mister Gianni Pedone che dallo scorso anno fa parte dello staff tecnico del Leverano. Durante la scorsa estate ha infatti scelto di esporsi in prima linea diventando il tecnico della prima squadra alla sua prima esperienza nel difficile campionato di Promozione pugliese girone B.
Cosa l’ha spinta da viceallenatore nella scorsa stagione in quel di Leverano ad esporsi in prima linea a diventare il trainer principale dello stesso Leverano?
Quello che mi ha spinto è stato per la maggior parte la voglia dei calciatori stessi, essendoci trovati bene la stagione precedente. In più anche la voglia della società e del direttore Calasso. E infine, non per ultimo, la possibilità di vivere da protagonista una stagione con dei ragazzi in primis di grande spessore umano e morale e secondo di grande valore tecnico.
Cosa prova a vedere il suo Leverano tra le big in piena zona playoff del difficile ed affascinante campionato di Promozione?
Sarò modesto, forse, ma personalmente non provo nulla di particolare rispetto al posto in classifica o alla singola vittoria, anche se alla fine sarò valutato per proprio per questi due fattori. Ma in generale questo sport riesce a dare emozioni che una persona che conduce una vita fuori dallo sport non può vivere: l’adrenalina, la tensione. Questo sport riesce a dare tanto senza chiedere sacrifici importanti, a rischio di lasciarti in riserva di energie psicofisiche. Ma l’orgoglio mio, la gioia più grande, è quando vedo i ragazzi uscire vincitori, sia come risultato, sia dal punto di vista prestativo, il più delle volte in questo campionato sono infatti sono rimasto seduto a godermi le loro partite proprio come un tifoso. E io sono e sarò il loro primo tifoso.
Cosa ci dobbiamo aspettare dalla sia squadra in questo segmento di partite finali del campionato?
Quello che ci aspetta non lo so con certezza, ma so quello che spero: che il Leverano posso continuare il suo percorso iniziato qualche anno fa passato da miei colleghi, da Renis, mio mentore, a Verdesca, a Caragiuli, io ho ereditato il loro lavoro e lo stiamo continuando ora con la mia filosofia di calcio o quantomeno ci stiamo provando e ci proveremo fino alla fine. Il nostro percorso non fa inseguimenti verso nessuna squadra ma verso noi stessi. Sempre senza presunzione, credo che il Leverano abbia giocatori tecnicamente nettamente superiori alla categoria che ora militano, la nostra sfida è proprio su questo: non basta solo la tecnica nel calcio di adesso, la sfida è migliorare giorno dopo giorno, partita dopo partita, tutti gli aspetti che fanno parte di questo.
Qual è il clima che si respira all’interno dello spogliatoio del Leverano?
Il clima ora come ora è festoso è pieno di entusiasmo, siamo riusciti a migliore il nostro trend rispetto al girone di andata lavorando su quello che secondo me era da migliorare nella scaletta e il più urgente, cioè fare grandi prestazioni e portare a casa punti anche fuori casa. E ci siamo riusciti. Ma il campionato è ancora molto lungo e porta con sé delle insidie ancora più importanti. Quindi non abbassare la tensione e tenere alto questo clima ora è di fondamentale importanza e lo si tiene alto solo continuando a lavorare così e portando punti a casa.
C’è un messaggio che vuole lanciare a tutta la piazza di Leverano, dal tifo organizzato ai simpatizzanti in genere?
Il messaggio che vorrei trasmettere è proprio quello di sostenere i ragazzi, proprio per aiutarli a tenere alto l’entusiasmo creato fino ad ora. E, si sa ,quando si volge quasi al termine le energie iniziano a calare, dovremmo quindi essere uniti e trasmetterci energia a vicenda, solo così si possono fare grandi cose. E li ringrazio per il loro sostegno fino ad oggi. Ora è il momento di stringerci ancora di più e remare tutti insieme.