
Piero Lacarbonara © ASD Martina Calcio
(a cura dell’ufficio stampa del Martina)
L’intervista al patron biancazzurro, Piero Lacarbonara, sul difficile momento attraversato negli ultimi tempi dal Martina.
“La squadra ha delle carenze dal punto di vista caratteriale – ammette Lacarbonara – ed è difficile modificarle in corsa. Ma quando si perde lo si fa tutti insieme. Abbiamo costruito la rosa con dei criteri che oggi forse risultano sbagliati. Martina Franca è una piazza particolare e se una squadra non ha carattere paga doppiamente, di questo ne sono convinto. La piega presa purtroppo è questa ed è complicato modificarla: appena si va in difficoltà i giocatori subiscono la pressione. Questa non vuol essere una scusante, ma in settimana li vedo lavorare e vedo che ci mettono il cuore. Nell’ultima settimana poi si sono allenati in condizioni penose. Bisogna constatare che Martina e il Martina non si sono calate in questa categoria”.
E proprio sulle ultime contestazioni dei tifosi aggiunge: “Forse da tifoso farei la stessa cosa, perché so cosa si prova a vedere la propria squadra non essere all’altezza. Ma molto probabilmente anche in questo abbiamo sbagliato come società: Martina oggi deve capire che sulla carta non si vince nulla. Non è perché ti chiami Martina che vinci i campionati, e questo lo abbiamo capito sulle nostre spalle. Anzi molto probabilmente oggi il Martina subisce la tifoseria piuttosto che riceverne un aiuto, e lo dico da tifoso. È paradossale ma è così. Ripeto, questa non è una scusante per i calciatori. Ma ricordiamoci sempre che questi sono dei calciatori di Promozione e non sono preparati a gestire certe pressioni. Se li si bacchetta al primo errore vanno in difficoltà, è evidente. Penso obiettivamente che Martina si debba calare in questa categoria. Leggo tanti messaggi che mi fanno male. Noi siamo partiti prendendoci questa responsabilità per mantenere la fiammella del calcio accesa. Se non lo avessimo fatto oggi il Martina non esisterebbe più. E sentir dire che noi mortifichiamo i settant’anni del Martina, fa molto male. Primo perché le mie tasche ne patiscono in modo molto accentuato. Secondo perché pensare che questi sforzi finiscono per mortificare le persone che vengono allo stadio, mi fa chiedere perché lo faccio. Bisognerebbe abbassare un po’ i toni, innanzitutto. Spesso si guarda al Fasano come esempio. Ma Fasano ha vissuto tanti anni di Promozione e Prima Categoria. Noi a due anni di distanza dalla Lega Pro siamo ancora qui e malgrado tutto siamo vivi in una città morta, e che dal punto di vista sportivo non primeggia in nulla. Ci si chiede il perché? Noi siamo costretti ad allenarci in condizioni pietose. Usiamo uno stadio a mezzo servizio e al termine delle partite dobbiamo pure pulirci gli spogliatoi. Non vogliamo piangerci addosso ma tirare fuori queste cose davvero finirebbe per mortificare la storia di questa città. Per questo credo che i tifosi dovrebbero avere più pazienza e tolleranza, e starci più vicino, perché quelle maglie che scendono in campo sono pur sempre le maglie del Martina”.
Uno sguardo poi sul campionato: “La squadra ha avuto un confronto interno nello spogliatoio. In questo momento è bene che si stemperino gli animi. Ci prendiamo le nostre responsabilità; abbiamo sbagliato qualcosa nella costruzione della squadra. Ci dicono che siamo inesperti. Forse è vero. Siamo persone del fare, e solo chi fa a volte sbaglia. Andiamo avanti e finché la classifica non ci condannerà continueremo a lottare. Apprezzeremo chi vorrà starci affianco e rispetteremo chi deciderà che il Martina non merita attenzione”.
Infine, una considerazione sulla partita di domenica prossima contro lo Sporting Ordona: “I veri tifosi si vedono nei momenti difficili. Inutile dire che non siamo di questa categoria. Noi siamo di questa categoria. Ringrazio i tifosi per il supporto che danno durante la partita: se questo dodicesimo uomo ci da il supporto come ha sempre fatto credo che di partite difficili possiamo ancora vincerne. Chiedo personalmente a tutti i tifosi di lasciare fuori le polemiche. Spero che allo stadio vengano solo persone che sentono di poter dare supporto a questi ragazzi. Non siamo più in Lega Pro; tutti ambiamo a tornarci, ma oggi il Martina è qui e la città non può dare di più di questo. Gli imprenditori hanno interessi che vengono prima del calcio e devono portare avanti le loro aziende. Per questo dico che siamo dei matti a togliere denaro alle nostre famiglie per permettere al Martina di continuare ad esistere”.