(di Vincenzo Nannavecchia)
Questa settimana la redazione di DilettantiPuglia24 ha raggiunto per una chiacchierata il direttore sportivo del Ceglie, Giuseppe Schiena. Esperto conoscitore di queste categorie, oltre che una persona davvero dinamica e affidabile, nella sua cittadina di adozione sta per realizzare un sogno chiamato campionato di Promozione, che avviene dopo trenta lunghi anni di assenza. Curioso notare come proprio in quella occasione fu sempre lui, nel stesso ruolo di oggi, che portò nel prestigioso la storica società calcistica cegliese. La storia potrebbe ripetersi al giorno d’oggi diventando una stupenda realtà.
Qual è il segreto di questa neonata società calcistica che in così poco tempo ha scalato le classifiche fino all’attuale dominio di questo difficile torneo?
Nessun segreto, abbiamo sempre cercato di trovare gente con la voglia di divertirsi e fare bene. Per adesso non vedo questo strapotere, bisogna avere il massimo rispetto degli avversari sia in campo che fuori.
Rapporto tra società, gruppo squadra e staff tecnico: come lo giudica?
Sicuramente ottimo, altrimenti non si potrebbero avere questi risultati. È una società molto attenta e pronta a risolvere tutti i problemi che si presentano.
Cosa ne pensa di questo girone B in una stagione sicuramente anomala e ancora segnata dalla pandemia in corso?
Escluso noi che siamo sempre stati in testa, questo è un campionato molto equilibrato: le inseguitrici si sono sempre alternate e questo vuol che sono molto ben attrezzate.
Quali sensazioni prova, quando guarda la classifica, sapendo di essere l’artefice di un sogno durato quasi trent’anni e che oggi sembra realizzarsi con il ritorno in Promozione?
Prima dobbiamo realizzarlo, questo sogno! Poi daremo sfogo alle emozioni.
Un messaggio che vuole lanciare alla tifoseria e ai simpatizzanti cegliesi?
Ai tifosi cegliesi chiedo di essere presenti sugli spalti e incoraggiare questi ragazzi, stando loro più vicini e facendo sentire tutto l’affetto, sia per quello che si sta facendo ora e sia, perché no, per il fatto di portare Ceglie in un campionato che rispecchia la sua vera identità calcistica.