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Il Giudice sportivo nella seduta del 12 ottobre si è così espresso sulla 3ª giornata del campionato di Prima Categoria pugliese 2021/22:
SOCIETÀ
Virtus Bisceglie: ammenda di 400 euro perché “al minuto 29 del primo tempo proprio sostenitore che occupava il settore destinato alla tifoseria di suddetta società, riusciva ad aprire il cancello delimitante il terreno di giuoco ed entrava all’interno dello stesso con atteggiamento ingiurioso e minaccioso ma veniva prontamente fermato da persone in tribuna non identificate. La stessa persona, a termine della gara, insieme ad un altro soggetto non identificato stazionava in prossimità del cancello di uscita dal recinto di giuoco reiterando la condotta sopra descritta; per tale motivo il direttore di gara era costretto ad abbandonare il campo attraverso un cancello di uscita alternativo, accompagnato dall’organo tecnico designato, inoltre veniva constatata la presenza di soggetti non identificati nella zona antistante lo spogliatoio dell’arbitro”.
Ruffano: ammenda di 150 euro perché “propri sostenitori accendevano un fumogeno sugli spalti e lanciavano una sul terreno di giuoco una lattina di metallo. Tutto senza conseguenze”.
RS Crispiano: ammenda di 50 euro per “inadeguate misure di sicurezza”.
DIRIGENTI
Cassano (Castellana), Pezzulla (Ruffano): inibizione fino all’11 novembre 2021.
ASSISTENTE ARBITRO
Di Benedetto (Virtus Bisceglie): squalifica fino all’11 novembre 2021.
CALCIATORI ESPULSI
Minelli (Latiano), Sacco (Mesagne), Chiappinelli (Stornarella): squalifica per due gare.
Cassano (Castellana), Petrachi (Cursi), Montrone (Ideale Bari), Zaccaria (Lizzano), Filograna (SD Parabita), Daluiso (Stornarella), Delli Carri (Troia), Binetti, Cafagna e Di Pinto (Virtus Bisceglie), Palermo (Virtus Lecce), Tesoro (Virtus Molfetta): squalifica per una gara.
CALCIATORI NON ESPULSI
Di Benedetto (Virtus Bisceglie): squalifica fino all’11 novembre 2021 perché “a fine gara, cercava di aggredire il direttore di gara ma veniva bloccato da alcuni compagni di squadra. Successivamente correva verso l’arbitro coprendosi il numero di maglia nonché il numero presente sul pantaloncino della divisa per non essere riconosciuto. Solo l’intervento di numero quattro compagni di squadra, che riuscivano a fatica a bloccarlo, evitava il contatto con il direttore di gara. Lo stesso calciatore minacciava verbalmente l’arbitro divincolandosi dai suoi compagni di squadra, lo rincorreva costringendolo a dirigersi dapprima verso la linea laterale e poi verso il centrocampo. L’intervento di un compagno di squadra riusciva a bloccarlo definitivamente”.