
Francesco Ferorelli © Atletico Acquaviva
(a cura dell’ufficio stampa dell’Atletico Acquaviva)
Con i suoi due gol realizzati a partita in corso nelle ultime due giornate è riuscito a ravvivare la squadra, risultando determinante nel risollevare la squadra dai bassifondi della classifica, centrando due preziosi successi consecutivi; nato e cresciuto ad Acquaviva, è la bandiera e il capitano della squadra dell’Atletico, maglia che ha sempre sognato di indossare da bambino; diamo il giusto omaggio al bomber Francesco Ferorelli, classe 1984, cuore e anima dei rossoblù, elemento di esperienza e di spicco della rosa, in possesso di un indiscusso bagaglio tecnico oltre la media nella categoria.
Ciao Francesco, se era possibile presentarti descrivendoci il tuo ruolo e le tue caratteristiche tecniche.
Ciao, sono Francesco Ferorelli, sono nato e cresciuto nel campo ad Acquaviva perché ci abitavo vicino e fin da piccolo ero sempre presente a tifare per i rossoblù; parlo dei tempi di Arcangelo Lenoci che è stato anche il mio presidente oltre che di gente come Leonetti, Piscazzi, Giorgio Cassano, Posca, il grande Nico Ferrulli, Franco Greco, Peppino Montenegro, Francesco Casucci e tanti altri con cui sono cresciuto sul campo; non nascondo che il mio sogno è sempre stato poter indossare questa maglia da grande e alla fine con tanti sacrifici ci sono riuscito, giocare con la maglia del tuo stesso paese ha un sapore diverso bisogna sempre dare il massimo; per quanto riguarda il mio ruolo sono un attaccante con la voglia sempre di gonfiare quella rete che se realizzata da un ragazzo di Acquaviva ha sempre qualcosa di diverso, è una emozione indescrivibile, essere chiamato bomber dai tanti mi fa enormemente piacere.
Nella tua carriera in che squadre hai finora militato?
Nella mia carriera calcistica ho militato per tanti anni ad Acquaviva vincendo anche il campionato di Promozione, passando in Eccellenza poi ho indossato la casacca del Rutigliano dove ho vinto tra l’altro il campionato di Prima Categoria; ho passato con loro due anni bellissimi realizzando ben ventisei gol, vivendo un anno da protagonista nella stagione del trionfo del campionato di prima categoria, risultando il miglior marcatore della squadra; ho anche militato a Casamassima sempre in Prima Categoria, poi ad Altamura nel campionato di Promozione prima di ritornare nella mia Acquaviva dove milito tuttora.
Essere capitano dell’Atletico è più un onore o una responsabilità?
Essere capitano dell’Atletico Acquaviva è sia un onore, una seconda pelle per un ragazzo del paese, la realizzazione di un sogno che fai sin da bambino, oltre che responsabilità perché sei l’emblema delle sconfitte e delle vittorie, perché magari sei sempre il primo a metterci la faccia, ma su questo aspetto non ho mai avuto problemi nell’affrontare a viso aperto tutto e tutti.
Sei stato decisivo con il tuo ingresso in campo negli ultimi due incontri siglando due grandi gol. Riesci a dare il meglio subentrando dalla panchina o preferisci giocare dal primo minuto?
Io do sempre il massimo per questa maglia, rispetto sempre le scelte dell’allenatore se partire dal primo minuto o subentrare in corso di gara; l’importante è dare sempre tutto per questo paese perché meriterebbe di figurare in altri palcoscenici, possibilmente facendo gol, un obbligo per il mio mestiere, abituato a segnare da tanti anni ormai.
Infine gli obiettivi stagionali tuoi personali e del gruppo.
Il mio obiettivo personale è indubbiamente portare l’Acquaviva nei campionati che le appartengono perché questa non può essere la categoria che spetta alla società, il minimo sarebbe portarla in Promozione e credo che questo mio pensiero sia condiviso anche dal gruppo; abbiamo una bella rosa, forse una delle più belle da quando gioco a calcio, e il gruppo rappresenta tanto in queste categorie, abbiamo tutti i presupposti per fare bene, bisogna solo lavorare tanto e dare il massimo per questa città anche perché sono a fine carriera e mi piacerebbe lasciare il calcio con una vittoria, per me sarebbe il massimo.