(a cura dell’ufficio stampa dell’Omnia Bitonto)
Un difensore di grandissima esperienza, un autentico veterano dell’Eccellenza. Terzo colpo di mercato dell’Omnia Bitonto: si tratta di Fabio Campanella, classe 1983, 34 anni il mese prossimo, originario di Locorotondo, ma bitontino ormai d’adozione. Proveniente dall’US Bitonto, nel quale ha militato nelle ultime due stagioni e mezza, Campanella ha un lunghissimo percorso nella massima serie calcistica dilettantistica regionale, in un carriera che lo ha visto all’inizio militare anche in categorie superiori, a Martina Franca in Serie C1 (stagione 2002-2003), poi la Serie D a Nardò, Noicattaro e a Modica, in Sicilia. Dopo, tantissima Eccellenza: Molfetta, Bisceglie, Locorotondo, Martina Franca (sposando il progetto ripartendo dalla Promozione), Manfredonia, Vieste e Fidelis Andria, poi la parentesi di San Severo col ritorno in Serie D, e le due stagioni e mezza a Bitonto, sponda neroverde, nuovamente in Eccellenza.
Reputato dagli esperti come uno dei difensori migliori della categoria, in grado di fare la differenza, Campanella ha deciso di sposare il progetto Omnia Bitonto, ripartendo così con una nuova e stimolante avventura. «Trovare persone per bene in questo calcio malato è una rarità, sono davvero mosche bianche. A me sono bastati due minuti ed una stretta di mano per decidere e capire tante cose dinanzi la pacatezza e la compostezza del presidente Rossiello e dei direttori Mancazzo e Rubini. Ho conosciuto anche di persona mister Costantino, che ho solo affrontato da avversario. Il mio obiettivo era rimanere a Bitonto, non volevo spostarmi da qui per questioni personali e ho trovato questa opportunità».
Un pensiero va quindi alla sua ultima importante esperienza, quella proprio con la maglia dell’US Bitonto. «Per me non è mai esistita rivalità tra US Bitonto e Omnia Bitonto, per me conta che vinca la città di Bitonto con un progetto portato avanti da gente seria. L’ambiente dell’US Bitonto mi ha dato tanto, ringrazio la società per tutto ma nel calcio certi viaggi arrivano ad un punto di conclusione. E ringrazio la gente e i tifosi tutti, mi hanno veramente voluto bene guardandomi negli occhi. Lascio con ricordi assolutamente positivi. Peccato però per alcune voci che mi hanno ferito dopo due anni e mezzo. Fortunatamente da parte solo di una minoranza, in quanto la stragrande maggioranza dei tifosi mi ha amato tantissimo. Quello che mi sono conquistato l’ho fatto lavorando ogni giorno, son sempre stato schietto con tutti, senza giri di parole. Chi mi conosce sa che, qualunque sia la categoria, gioco da professionista, il calcio per me è ancora motivo di orgoglio e passione, ho ancora lo spirito di un ragazzino».
Infine, uno sguardo al campionato di Eccellenza, che Campanella sa bene come affrontare. «In queste categorie vince chi sbaglia meno, i valori sono importanti, lo spogliatoio è fondamentale. Chi ha vinto negli ultimi anni ha sempre incarnato il concetto dell’umiltà, seppur si sia pensato in grande. Con questo organico non è difficile pensare in grande, devi puntare in alto, dobbiamo formare una grande squadra, che pensi sin dal ritiro con un unico cervello, giorno dopo giorno, domenica dopo domenica dando sempre il massimo. Tutti siamo importanti, nessuno è indispensabile. Non è la quantità di partite disputate, ma è la qualità di come le affronti».