(di Vincenzo Nannavecchia)
Questa settimana la redazione di DilettantiPuglia24 ha raggiunto per una breve chiacchierata Pasquale De Candia, un allenatore che si è sempre diviso tra Eccellenza e Serie D raggiungendo risultati prestigiosi. Tra le blasonate piazze blasonate in cui ha allenato ricordiamo Omnia Bitonto, Nardò, Casarano, Gravina e Bitonto. Da quest’anno ha sposato il progetto del Manfredonia, cercando di riportare la società sipontina nel panorama del calcio nazionale.
Come mai la scelta di scendere di categoria e tornare in Eccellenza, visto il suo curriculum di tutto rispetto in Serie D?
È stata una scelta dettata dalla voglia di iniziare una stagione dal principio, visto che ultimamente mi toccava subentrare. Inoltre Manfredonia è una città dalle grandi tradizioni calcistiche, ragion per cui non mi è sembrato assolutamente di tornare indietro.
In merito alla possibilità che un allenatore esonerato prima del 31 ottobre possa firmare per un’altra squadra dilettantistica militante in altro girone qual è la sua opinione?
Credo sia una soluzione equilibrata e vantaggiosa sia per la nostra categoria che per le società. Il tecnico dopo l’esonero potrebbe avere un’altra chance per allenare e le società avrebbero in tal caso il vantaggio economico di non essere gravate di un doppio esborso per la stessa figura.
Cosa ne pensa del format del campionato regionale di Eccellenza suddiviso in due gironi?
Se le istituzioni calcistiche regionali hanno fatto questa scelta avranno avuto motivi validi. Semmai dovremmo chiederci perché la Puglia, con il grande movimento calcistico che ha, non può esprimere due promozioni dall’Eccellenza alla D così come altre regioni.
Cosa ci dobbiamo aspettare dal suo Manfredonia?
La stessa determinazione e abnegazione che ha mostrato finora, consapevoli che ogni domenica incontreremo squadre valide quanto noi.
Un messaggio che vuole lanciare a tutta la piazza e ai simpatizzanti sipontini?
Non sono persona di proclami, però mi piace sottolineare l’affetto che i tifosi stanno manifestando ai ragazzi, cercando di non far mai mancare il loro apporto, nonostante le difficoltà che incontrano per starci vicino per le ben note situazioni legate al “Miramare”. Per me già questo è tanto, consapevole però che la loro presenza si avvertirà ancor di più quando giocheremo nel nostro stadio.