Il Giudice sportivo nella seduta dell’8 giugno si è così espresso sulla 13ª giornata del campionato di Eccellenza pugliese 2020/21:
SOCIETÀ
Città di Mola: due gare da disputare a porte chiuse e in campo neutro con effetto immediato perché “la società predisponeva un servizio d’ordine sostitutivo non autorizzato consentendo ad otto persone, non presenti in distinta e non identificate, di indossare la pettorina recante la scritta “Servizio d’Ordine” e di avere libero accesso a tutte le zone del recinto di gioco. Tale presunto servizio d’ordine, durante la gara, consentiva l’accesso e lo stazionamento nell’area spogliatoi ad ulteriori persone non autorizzate. Tali soggetti estranei, sia prima dell’inizio della gara che durante l’intervallo, proferivano espressioni gravemente minacciose all’indirizzo dei componenti della terna arbitrale e dei tesserati della squadra avversaria, ingenerando con questi ultimi un clima di tensione e scontro – che veniva stemperato solo dal pronto intervento delle forze dell’ordine presenti. A fine gara propri tesserati scatenavano una rissa con i tesserati della squadra ospite, avente quale motivazione gli eccessivi festeggiamenti posti in essere da questi ultimi. La rissa veniva prontamente sedata grazie all’intervento dei poliziotti e dei finanzieri presenti”.
Corato: ammenda di 500 euro perché “a fine gara propri calciatori partecipavano ad una rissa provocata dai tesserati della squadra locale, prontamente sedata grazie all’intervento dei militari presenti”.
Barletta: ammenda di 300 euro perché “propri tifosi accendevano quattro fumogeni sugli spalti senza conseguenze. Inoltre, a più riprese i raccattapalle assumevano atteggiamenti antisportivi”.
Sava: ammenda di 100 euro perché “propri tifosi accendevano dei fumogeni sugli spalti senza conseguenze”.
MASSAGGIATORI
Dammacco (Città di Mola): squalifica fino al 30 giugno 2023 perché “nella fase di riscaldamento pregara, colpiva con un forte calcio il gluteo del calciatore della squadra ospite, procurandogli forte dolore. Accortosi della presenza di un commissario di campo proferiva al suo indirizzo minacce di morte qualora avesse descritto tale episodio nel suo rapporto, facendo esplicito riferimento alla sua qualità di pregiudicato ed alla circostanza che aveva già scontato quattordici anni di carcere. Durante l’intervallo proferiva espressione minacciosa nei confronti dei componenti della terna arbitrale e, per impedire il suo rientro in campo dopo l’espulsione, è stato necessario richiedere l’intervento delle forze dell’ordine. A fine gara, seppur espulso, entrava sul terreno di gioco tentando di aggredire un calciatore della squadra ospite, non riuscendovi solo per il pronto intervento dei militari presenti. Infine, riusciva ad entrare nella zona antistante gli spogliatoi, proferendo espressioni gravemente ingiuriose e minacciose all’indirizzo dei componenti della terna arbitrale, rendendo nuovamente necessario l’intervento delle forze dell’ordine per sedare gli animi”.
CALCIATORI ESPULSI
Genchi (Città di Mola): squalifica per quattro gare perché “colpiva un avversario con una gomitata al volto procurandogli dolore e giramenti di testa. A fine gara stazionava nei pressi degli spogliatoi proferendo espressioni gravemente minacciose all’indirizzo dei tesserati della squadra avversaria (sanzione aggravata per la qualità di capitano)”.
Cannito (Città di Mola), D’Ambrosio (Sava): squalifica per una gara.
CALCIATORI NON ESPULSI
Pollidori (Barletta), Diagne (Città di Mola): squalifica per una gara per recidività in ammonizione.