(di Clemente Calabrese)
Il calcio non è solo Serie A, B o Lega Pro, esiste anche il mondo del pallone dilettantistico. E se la massima serie sta provando in tutte le maniere a riprendere il cammino stagionale con un rigido protocollo sanitario, tamponi ricorrenti, sanificazioni e ritiri blindati (a giorni si aspetta il pronunciamento del governo per capire se si potrà riprendere oppure chiuderla qui cristallizzando la classifica) il calcio polveroso in Puglia vive una situazione molto complessa e una ripresa delle ostilità appare alquanto ostica. Attualmente viene difficile pensare che le società dilettantistiche della nostra regione possano stanziare ingenti risorse economiche per poter ottemperare alle incombenze dettate appunto dal protocollo.
Con Nicola Biancofiore, quarantanovenne allenatore barese, che svolge la sua mansione nell’ambito dilettantistico da quindici anni e conosce bene le dinamiche di questo settore, abbiamo disquisito dell’emergenza Coronavirus, ma cercando altresì di parlare di calcio e di campo tra passato e futuro prossimo.
Svolgendo una mansione lavorativa legata a prodotti di primaria necessità per la collettività, continuo senza sosta (ovviamente utilizzando tutti i dispositivi di sicurezza) ad essere operativo quotidianamente. Chiaramente il calcio e il campo mi mancano tanto. Ritengo che Serie A, B, competizioni europee, ripartiranno. Le società che partecipano a questi campionati hanno indubbiamente la forza economica di poter attenersi al protocollo sanitario tracciato. Inoltre non dobbiamo dimenticare che proprio nelle due principali serie nazionali gravitano tantissimi soldi tra laute sponsorizzazioni e diritti televisivi. Già dalla Lega Pro e a scendere nei dilettanti una ripresa dei campionati risulta essere più complicata per l’impossibilità di applicare tutte le norme di sicurezza sanitarie richieste. Queste squadre poggiano la propria sopravvivenza quasi ed esclusivamente sulle spalle dei presidenti a loro volta attualmente impegnati a dover fronteggiare con le aziende di cui detengono la proprietà una emergenza economica senza precedenti. Ovviamente da addetto ai lavori e da sportivo mi auguro che tutto il sistema calcio possa riavviarsi più in fretta possibile.
Passando a dinamiche legate al terreno di gioco, mi auguro di poter ricevere una giusta chance per poter svolgere un ottimo campionato nella prossima stagione. Mi piacerebbe allenare una formazione di Prima Categoria o Promozione che abbia un giusto mix di giovani e gente esperta. Auspico che la società pronta a puntare su di me voglia sposare pienamente il mio modo di intendere il calcio a partire dalla fase di allestimento della rosa, tappa per me fondamentale per il buon esito di un campionato. Nello scegliere un calciatore non guardo solo le doti sportive, ma anche le peculiarità umane, la disponibilità al sacrificio sul campo. Voglio un gruppo che sia pronto ad allenarsi sempre con grinta ed entusiasmo mettendosi in discussione ogni domenica. La voglia di ben figurare è ancora notevole e in me è stata sempre costante. Lo dimostra il campionato positivo che ho svolto a Modugno nella passata stagione subentrando a dicembre e migliorando la situazione di classifica, senza farci mancare risultati di prestigio contro le corazzate Sly e Manfredonia. Rimango alla finestra in attesa della “chiamata giusta”.
E dice bene mister Biancofiore quando parla di chiamata giusta, dato che, solo per citarne un paio, le chiamate ricevute da Giovinazzo e Virtus Andria si sono rivelate congeniali solo nelle premesse iniziali e in buona parte del percorso con rispettivamente il primo posto in classifica e la seconda posizione della graduatoria occupati stabilmente per parecchie settimane. Purtroppo il tecnico barese non poteva assolutamente immaginare che due campionati di vertice potessero essere dissolti nella parte cruciale del torneo per decisioni societarie davvero inaspettate. Quindi non ci resta che aspettare per capire se questa chiamata giusta arriverà.