Non fatevi ingannare dai numeri che si leggono durante il calciomercato. Trasferimenti milionari, ingaggi faraonici, contratti e bonus da sei zeri. Il mondo del calcio è un modo dorato solo all’apparenza. Quello che resta nascosto, dietro questa patina di ricchezza e di abbondanza, è un settore in crisi, con bilanci in rosso e categorie minori che annaspano.
Come si legge all’interno del Report Calcio 2024 della FIGC, infatti, l’indebitamento del calcio professionistico è rimasto stabile, intorno ai 5,7 miliardi di euro, mentre il patrimonio netto aggregato è diminuito a 344 milioni. La perdita aggregata del comparto, nelle ultime cinque stagioni, è arrivata a sfiorare i 5 miliardi di euro mentre il risultato netto è del -20%. Numeri preoccupanti, che pesano sulla Serie A ma soprattutto sulle categorie minori. Serve qualcosa per invertire la marcia, servono riforme e progetti per cambiare passo.
L’idea è quella che arriva dalla Gran Bretagna, dove hanno deciso di utilizzare i proventi delle scommesse per finanziare il mondo del calcio e dello sport. Il Betting and Gaming Council ha sviluppato un codice di condotta volontario per le sponsorizzazioni del gioco d’azzardo in collaborazione con le principali federazioni sportive. Sono quattro i principi chiave: protezione, responsabilità sociale, reinvestimento e integrità. La protezione si concentra sulla tutela dei minori, limitando la promozione del betting ai minori, mentre la responsabilità sociale prevede che i messaggi di sponsorizzazione includano forme di educazione e sensibilizzazione del pubblico. Il reinvestimento impone che i profitti delle sponsorizzazioni siano destinati a migliorare le infrastrutture sportive e le comunità e infine l’integrità garantisce che le sponsorizzazioni non compromettano la correttezza e la lealtà nello sport.
Un protocollo che segna un passo importante per lo sport inglese e che era stato preso a modello anche nel nostro Paese, come dimostrano le parole di Gabriele Gravina, presidente della FIGC: “C’è una risoluzione dell’UE che riconosce il diritto d’autore: se si scommette per 16 miliardi di euro sullo sport e la maggior parte delle scommesse riguarda il calcio dobbiamo rivendicarlo attraverso delle forme di diritto”. Parole che erano state sottoscritte dal Presidente della Lega Serie A, Lorenzo Casini, che aveva giudicato “impensabile” il fatto che il calcio non vedesse un euro dell’introito che il betting garantisce allo stato.
La proposta della Federazione Calcistica italiana è quella di ricevere l’1% di quanto scommesso in Italia sul calcio. Una cifra che sembra bassa ma che sarebbe invece importantissima per rilanciare soprattutto le categorie minori e il calcio dilettantistico. Quello che ha pagato il prezzo maggiore negli ultimi anni e che rischia di scomparire.