Il calcio pugliese, dai dilettanti alla Serie A, è da sempre uno dei più popolati di talento nello stivale italiano. E adesso che il Bari sta provando la risalita dagli inferi con la nuova presidenza di Luigi De Laurentiis, vanno ricordati i grandi fasti del calcio pugliese di fine anni Novanta e inizi anni Duemila, quando sia la squadra del capoluogo sia il Lecce erano protagonisti di importanti annate nella massima serie.
Se, da un lato, l’esplosione di un talento come quello di Antonio Cassano rivoluzionò del tutto la piazza di Bari, l’arrivo del giovane bulgaro Valeri Božinov al Lecce fu un’altra iniezione di talento nella regione pugliese: i due grandi hub del calcio regionale si contendevano il prestigio di calciatori dal grande futuro. In seguito, però, soltanto Cassano avrebbe in qualche modo mantenuto quanto promesso, con una carriera importante tra Roma, Real Madrid, Sampdoria e Milan. Campione d’Italia con i rossoneri e capace di arrivare fino al secondo posto dell’Europeo 2012 con la Nazionale italiana, il talento di Bari vecchia, oggi ritiratosi, resterà nella storia come uno dei più forti calciatori di sempre nato in Puglia, insieme ai leccesi Giuseppe e Marco Materazzi, padre e figlio, Sergio Brio, Francesco Moriero, Pasquale Bruno, Franco Causio, Fabrizio Miccoli, Salvatore Nobile, ma anche campioni come Francesco e Antonio Chimenti, padre e figlio, Antonio Benarrivo, Lorenzo e Nicola Amoruso, Nino Laveneziana e Gennaro Del Vecchio, solo per citarne alcuni.
In un’epoca nella quale ancora non era così evidente il dominio di una sola squadra in Serie A, come accade adesso come la Juventus, favorita assoluta anche dalle principali quote scommesse sul prossimo campionato, prima il Bari e poi il Lecce furono protagoniste di annate importanti, sebbene va detto che i salentini mantennero un livello di competitività più alto durante un numero di anni maggiori. Dopo Božinov, infatti, l’allora direttore sportivo Pantaleo Corvino scoprì anche un talento come Mirko Vučinić, attorno al quale costruì una delle migliori squadre mai viste al “Via del Mare”. Non va dimenticata, infatti, la grande stagione realizzata dal Lecce nell’annata 2004/05, quando con Zdeněk Zeman in panchina e in attacco gli stessi Božinov e Vučinić arrivò un ottimo undicesimo posto in classifica. In quell’anno, il bulgaro avrebbe poi abbandonato Lecce a gennaio per andare alla Fiorentina, dove non avrebbe mai reso come al “Via del Mare”, mentre il montenegrino si sarebbe esaltato andando in rete in ben diciannove occasioni, il suo record assoluto. Entrambi intuizioni di Corvino, che avrebbe anch’egli lasciato Lecce per Firenze, Božinov e Vučinić furono di grande esempio per i giovani dell’epoca che tifavano Lecce e vedevano nel calcio frizzante di Zeman un’alternativa fantastica di gioco basato sullo spettacolo e sul gioco offensivo.
Ma i fenomeni pugliesi, o cresciuti in squadra pugliesi, non appartengono solo al passato: con nove gol e un assist in venticinque partite giocate nella scorsa stagione, Roberto Inglese, centravanti classe 1991, nato a Lucera in provincia di Foggia, è oggi uno dei protagonisti del calcio italiano. Forte fisicamente e dotato di una ottima tecnica individuale, Inglese è il prototipo dell’attaccante moderno e ha davanti a sé una carriera molto promettente.
In definitiva, dunque, il calcio pugliese si è sempre distinto come una grande fucina di talenti, un luogo dove i giovani possono crescere con calma per poi dimostrare il loro valore. In questo contesto non va dimenticato neanche il grande Foggia degli inizi degli anni Novanta, sempre con Zeman in panchina. Erano i tempi di Zemanlandia, di quel gioco spettacolare e volto all’attacco capace di marcare un punto di svolta nel calcio italiano. Perché, in fin dei conti, il calcio che conta non è solamente quello dei titoli vinti dalle grandi realtà del Nord, ma anche quello del talento libero del Sud.